Fine

Perché conta il viaggio in qualsiasi direzione lo si intraprenda.

Osammot e Apap erano già stati felici & contenti.

Osammot e Apap si amavano come il chinotto ama la cannuccia.

Osammot e Apap erano 2 gamberetti ; Osammot ,il più piccolo, lunatico e creativo. Apap , il vecchio, utopista e pasticcione.

I nostri eroi , però, a differenza dei pecora-gamberi non si limitavano a procedere all’indietro nel fango di qualche anonimo fondale di periferia.

Loro procedevano a ritroso nella storia e nella vita. Si divertivano solo così!

Dalla loro banale condizione di normalità definitiva regredirono leggermente e si ritrovarono soddisfati dalla tanto attesa e meritata vendetta.

Il drago morto poi moribondo, infine colpito dal raggio proveniente dagli anelli gemelli.

Scorsero la Principessa cavalcare un Drago.

La comparsa sulla scena del dottore, o per meglio dire, dello scienziato pazzo avvenne poco prima.

Comunico’ all’orecchio del primo gambero, che passò come un rapido venticello all’orecchio dell’altro , una lieta novella: la Principessa Cattiva Infingarda poteva essere sconfitta dal raggio psico – staminale di due fantasmagorici anelli gemelli!

Non ne poterono davvero più i due amici di quell’ ingombrante principessa infingarda e tra le 2 opzioni offerte loro dal destino: attendere la scienza del futuro o rivolgersi allo strano mago degli anelli , ovviamente scelsero il mago.

Lui, il giovanotto , raccontava al vecchio tra un pianto sussurrato è una risata fragorosa, le proprie inconsapevoli perplessità. L’altro, Apap , sfogava da vecchio imbesuito qual era, le proprie angosce da adulto e pertanto estremamente sciocche.

La vita scorreva felice e dubbiosa

Bla bla bla

Un bel giorno la musica finalmente sopperì alla mancanza del numero legale di parole pronunciate da quel piccolo gamberetto ferito: plancton , papà, Apap Ammam , Kunp etc

Quel fiocco azzurro tutto bagnato di lacrime e abisso sfigurò o quanto meno un po’ stonava con tutta quell’incertezza che aleggiava nell’aria .

“Stai ancora un po’ nella conchiglia, te ne prego , almeno 2 o 3 settimane “ disse la fata non turchina ma verde acqua.

Poi , in quel gennaio particolarmente piovoso , la scena appena cominciata di tutte quelle persone che divoravano il suono dell’alba …

Nella stanza dalle pareti di un rassicurante verde anti suicidio vi era un uomo serio e silenzioso, due o tre cannucce nelle due o tre narici di Osammot e una porta antipanico e antipatica sulla quale brillava una scritta al neon: “VOLTA UNA CERA”.

Autore: Marco Petruzzella

Dipinto: Adriana Iacono olio su tela cm. 40×40