Questa è la storia di mio nonno Rosario. Nato l’1gennaio del 1935, era un uomo alto, magro, occhi verdi con sfumature azzurre, capelli scuri, sempre gentile e amichevole con tutti.
Amava vestirsi con camicie colorate ed eleganti, pantaloni di svariati modelli e colori, cravatte con molte fantasie e il tutto accompagnato sempre da un cappello. Amava dipingere, e sin da ragazzino lavorava dipingendo i carri Siciliani. Col tempo iniziò a decorare le case antiche e le volture, e in seguito negli anni 50′, iniziò a lavorare come imbianchino. Oltre al suo lavoro, nel tempo libero, si dedicava al disegno e alla creazione dei suoi quadri, li creava all’interno del suo laboratorio, che lui stesso aveva costruito nel suo garage.
Mi ricordo quando da piccolina andavo a trovarlo a casa sua, e lui, ogni volta, oltre a riempirmi di baci, mi ripeteva: “Sei il mio raggio di sole”, e io ricambiavo sempre con un abbraccio e un sorriso.
Ricordo ancora quando un giorno mi chiamò e mi invitò nel suo garage per imparare a dipingere come lui, ma io non ero capace, e finì per rovesciarmi i colori nel grembiule della scuola.
Ricordo tutte quelle mattine d’estate quando, andando a casa sua, lo trovavo a dipingere. Una delle cose che ho sempre ammirato di mio nonno era la forza di andare avanti nonostante le difficoltà. Purtroppo, non aveva avuto una vita interamente felice a causa della morte di sua moglie, mia nonna, che purtroppo non ho mai potuto conoscere. Tuttavia, ha trasmesso la sua forza ai suoi figli e ai suoi nipoti.
Personalmente non ho mai pensato che mio nonno avesse difetti, in realtà, purtroppo, aveva il brutto vizio del fumo. Tutti noi cercavamo di farlo smettere.
Col passare degli anni, mio nonno iniziò ad ammalarsi e riscontrò seri problemi respiratori, che lo portarono anche ad essere in coma. Tutti noi eravamo consapevoli della gravità della situazione e mio nonno, dopo un lungo periodo trascorso in ospedale, fu rimandato a casa con l’ossigeno. Ciò che mi faceva soffrire di più era il fatto di non poter andare a casa sua a trovarlo a causa del Covid.
Dopo qualche mese, ci sono riuscita. Ricordo ancora il giorno: il 24 maggio 2020.
Tutto sembrava essere tranquillo, appena mio nonno mi vide, mi disse: “Raggio di sole”, ed io ero felice di sentire quelle parole dopo tanto tempo. Quella mattina trascorse veloce, verso mezzogiorno ritornai a casa, felice di averlo rivisto. Si fece pomeriggio e, verso le sei, mia madre ricevette una chiamata urgente. Dovette recarsi dal nonno che ormai era morto.
Io sentivo, dentro di me, che qualcosa non andava, avendo sentito mia madre piangere, avevo capito tutto. Non avevo il coraggio di chiedere, ma, alla fine, mi sono fatta dire la verità e ho cercato di farmi forza. Tuttavia, ancora oggi, per me è difficile dimenticare quel brutto periodo, ma voglio ricordare mio nonno per aver creduto sempre in me.
Autore: Eliana Mazza
Dipinto: Claudia Clemente