Ha raccontato, in poche note e un pugno di parole azzeccate, cosa è un attacco di panico.
E l’ha fatto con una canzone!
Ha saputo spiegare con una semplicità disarmante il senso dell’amore rispetto all’innamoramento.
Un movimento così immenso racchiuso tutto dentro una canzone.
Ha detto quello che ogni tanto pensiamo tutti: mi piacerebbe poter essere al mio funerale per vedere a chi davvero importa.
E poi, senza bisogno di chissà quali argomentazioni complesse, ha affidato alla musica temi forti: la discriminazione, il lutto più nero, la separazione, il malgoverno.
Un bagaglio che pare persino leggero, se le parole si adagiano sulle note giuste!
Per me Nicc è una carezza, una mano soffice che si posa sulla mia pancia quando è malconcia per il turbamento, due dita morbide e calde sulla guancia quando le lacrime proprio mi scappano, un appiglio ogni volta che un turbine di pensieri mi fa perdere l’equilibrio, il conforto che cerco quando ho voglia di non pensare più a niente.
Un giorno l’ho incontrato.
Stava lì, in mezzo alla gente. Placido, tanto accogliente quanto accolto. Lui, semplicemente, si dava. Ha risposto ad ogni domanda senza nascondere debolezze e rimpianti, ha stretto tutte le mani e abbracciato chiunque volesse sentirlo più vicino.
E’ grande Niccolò, e come tutti i grandi lui c’è.
Con i suoi colori sfumati, i riccioli che non li puoi contare né contenere, occhi evanescenti e quel sorriso che pare eternamente malinconico, forse intento a rincorrere frammenti di felicità.
Ogni canzone riascoltata per me è scoperta di nuovi risvolti, dettagli e armonie di cui ancora non avevo goduto.
La sua musica per me è un dono prezioso dell’uomo che amo: lui un giorno di tanto tempo fa me l‘ha restituita, porgendola alle mie orecchie e al mio cuore. Non poteva sapere quanto avrebbe significato per me e in realtà non credo ne abbia l’esatta misura neanche adesso, perché io di Nicc parlo poco, è un fatto mio, intimo.
Anche al concerto, io lo ascolto in silenzio, senza invadere l’incanto che dal palco si irradia e mi pervade. Talvolta mi viene da pensare che, se lui non ci fosse stato nella mia vita, avrei fatto molte più stronzate di quelle che già ho fatto, i pensieri brutti si sarebbero moltiplicati nella mia testa finendo per sottrarmi respiro e forza.
Le note, le parole e la voce di Niccolò Fabi hanno il potere di riportarmi ad uno stato di pace emozionale, di armonia con me stessa.
Per me lui è un amico, un confidente, uno che parla solo quando serve e che soprattutto…comprende, proprio come fa chi ti sa ascoltare davvero.
A volte metto su una canzone e dico ai miei figli: ”Ascoltate le parole oppure “Lasciatevi trasportare da questa melodia”, perché la sua musica è un dono prezioso che, a mia volta, condivido con le persone che amo.
Ecco perché oggi, parlando di lui, racconto di me.
Autore: Debhorah Di Rosa
Dipinto: Adriana Iacono