Le parole nascono dai ricordi che riaffiorano in me, dopo un profumo, un suono, un minuto già vissuto, già sentito, già affrontato…attimi trascorsi insieme a te che sei in me, nei miei battiti storditi. Un segreto tramandato di donna in
donna, da te a me, in uno dei nostri momenti … solo Nostri: “ la felicità ci appartiene. Se senti che c’è qualcosa in te,
di non ben definito, che non ti soddisfa e non ti permette di provare altri tipi di sensazioni: scava! scava! scava! La
senti? Non spaventarti, è l’adre nalina che sale, il respiro che accelera, è la voglia di scoprire cosa c’è nel fondo.
Affonda, scava, ancora e ancora e poi…Stop! Fermati! Osserva! Emerge qualcosa? Si? Studialo! Svisceralo nel profondo possibile. Ora guarda! Riaffiora lentamente…E’ Lei…..E’ la felicità!”.
Farei di tutto per sentire di nuovo la tua voce, per rivedere nei tuoi occhi la piccola me, la bambina spensierata e circondata dal tuo amore materno. Il tuo sorriso fino, ma profondo. Non andare via… ma tu già lo sei, via. Lo so! E’ tardi. Mi sarei accontentata di un solo attimo ancora, per riuscire a chiederti se ti ho mai reso orgogliosa di me. Io, la bambina divertita che, “cavalcavo con il canestrello pieno pieno di pizzutello” sulle tue ginocchia e tu, con il gioco sulla punteggiatur a, per insegnarmi a leggere: “ il punto è un pausa lunga, la virgola è un attimo sfuggente, il punto interrogativo un dubbio , ma il più emozionante è quello esclamativo : meravigliarsi all’improvviso!”. Nel tempo, ho approfondito il perché, di tanta passione che mettevi in tutto quello che volevi o dovevi fare; il rispetto per la famiglia, il marito, i figli, la casa, ma soprattutto per noi nipoti, per me che vedevo in te il mio ESSERE FUTURO. I tuoi occhi : foglie verdi, non vedenti (Virginia Woolf). La loro particolarità non era nel colore, ma nella comunicazione visiva che andava al di là delle parole: sorridenti e decisi, scrutatori e non giudici, amorevoli e severi: il giusto compromesso. Il tuo Essere succube socialmente dell’uomo, perché stereotipo dell’epoca in cui nascesti, ma mai economicamente e mentalmente. La tua sapienza ed esperienza, ti rendeva pilastro per varie esistenze, tra cui la mia. Chi resta qui, come me, cerca di fare pressione sulle lancette del tempo per tornare indietro, all’ ista nte in cui avrei potuto dire e fare per Te, molto di più. Invece, sono qui e avrei da dirti tanto e tanto ancora. In quel giorno, il tempo correva ed io volevo fermarmi…volevo imparare da te il possibile ma anche l’impossibile! ciao Nonna…
Autore: Maila Marchegiani
Dipinto: Ilenia Madaro