Mio cugino

La prima pioggia è venuta e l’estate è già un lontano ricordo che si perde nella tristezza del cielo cupo. Dai vecchi muri della campagna vengono fuori le chiocciole affamate e mio cugino, un bravo bambino, ne raccoglie talmente tante che se ne mangiano fino a novembre. Una sera, mentre studiavo, m’invitò ad andare a raccoglierle alla scarna luce del lume, ma non mi andava: – preferisco mangiarle – dissi e lui rise, rise tanto, guardandomi con i suoi occhi seri di bimbo che ha molto lavorato. Mio cugino è un bravo bambino, sempre obbediente, lesto e molto intelligente e tutti dicono: – peccato che non abbia studiato – . Lui non se la prende, corre sempre per la campagna a cercare chiocciole, funghi e zafferano e quando ritorna ha sul viso il roseo sorriso di chi è felice. Invidio mio cugino per il suo essere come il cane che ha il gusto della caccia, per il suo essere come l’ape che ha il gusto del fiore, per il suo essere come tutti gli animali. Ma nessuno s’accorge di questo e tutti gli dicono: – vedi com’è bravo tuo cugino, lui studia forte e un giorno avrà un avvenire, mentre tu resterai campagnolo a pulire stalle e mungere vacche – . E allora lui ride, ride divertito con i suoi occhi seri di bimbo che ha molto lavorato e non ha mai invidiato.

Autore: Giorgio Licitra

Dipinto: Denise Giacchi