Parlava poco. Anzi no, parlava tantissimo: con gli occhi del colore che solo il cielo sai trovare in quei giorni di sole che riscaldano l’inverno sui monti. Occhi che brillavano ed esploravano tra pieghe ignote persino a me stessa.
Angelo, in terra dal 1921.
Il secondo di sei fratelli tutti maschi. Un angelo che ha fatto la guerra, che ha subito la prigionia e temuto di non poter più tornare a casa.
Gli anni della guerra impressi a fuoco su pelle e cuore: lui narrava e io ascoltavo, una, dieci, cento, mille volte la stessa storia. Lo sguardo volava lontano nel tempo quando raccontava dell’Africa e della Cirenaica, e allora di parole ne aveva infinite. Adoravo il modo in cui sapeva raccontare e il colore dei suoi occhi immersi ricordo.
Mio nonno Angelo.
Al suo fianco ha avuto una donna forte, determinata, dominante. Lui la lasciava fare, cullato per tutta la vita dall’amore che lo legava a lei. L’aveva conosciuta bambina e poi, tornato dalla guerra, ritrovata fanciulla. “Sarà lei mia moglie” aveva detto subito alla sua mamma.
Poche parole, come sempre: solo quelle giuste nel momento perfetto.
Alla mia laurea: elegante, le spalle mai così dritte, lo sguardo mai così fiero. Appena fuori dall’aula magna un abbraccio di quelli che ricordi per sempre e una sola parola:”Bravissima”.
Quando nacque Delia, la prima e unica nipotina che ha conosciuto, un solo sguardo: nei suoi occhi quel giorno c’era l’oceano. Ha annuito guardandola tremante e poi ha guardato me subito prima di regalarmi un bacio sulla fronte e dire:”come stai?”.
Quando timorosa gli dissi che avevo deciso di separarmi, una frase, breve ma pronunciata guardandomi dritto negli occhi:”Se tu hai deciso così allora che è giusto così”. Una dichiarazione di fiducia, immensa, che ancora oggi mi tira via il fiato.
E io me lo sbaciucchiavo e me lo abbracciavo ogni volta, anche se la sua timidezza lo faceva sentire a disagio nell’essere strapazzato da un nipote ormai divenuta donna.
A volte si arrabbiava, con la nonna o con le sue figlie, allora aggrottava le folte sopracciglia bianche…e poi pochi minuti, e tutto scivolava via.
Angelo in cielo dal 2007: quando i suoi occhi hanno deciso di tornare all’azzurro da cui avevano attinto. E lo hanno fatto in silenzio, senza disturbare e dipingendo sul suo viso la serenità di chi ha saputo amare ed è stato tanto amato.
Angelo in cielo, adesso. Non posso più toccarti eppure mi sei vicino ovunque e sempre. Quando ti parlo, quando ti cerco, quando ti scrivo, tu trovi il modo di farti sentire. Poche parole, come sempre.
Autore: Debhorah Di Rosa
Dipinto: Mario Occhipinti