Tradita dal tempo

Tradita dal tempo, passeggiavo solitaria lungo la via, nelle fredde notti. Lunghe attese interminabili e sospiri profondi riempivano il petto oramai gelido, come quello di coloro che non conoscono amore. Cuore dove eri finito? Un tempo scaldavi il corpo e l’anima e adesso? Il ricordo è svanito, lasciando il vuoto. Incolmabile vuoto era il mio. Ero un vaso rotto, i cui cocci sembravano irrimediabilmente scheggiati, tenuti su da vane fasciature, deboli. Incapace di tenere con me ciò che realmente servisse, il vano aveva avuto il sopravvento, le feste, i balli e le sciocche risate riempivano le giornate inconcludenti, forse nulla era perduto, forse bastava assaporare la genuinità di un mondo a me sconosciuto. Mi ritrovai sommersa tra i ricordi di un tempo lontano che sembravano affievolirsi, quando d’improvviso in un secondo prorompente si impose un’immagine, con la tenacia di un guerriero, penetrò la mia mente e un brivido lungo la schiena accompagnò dolcemente quello sguardo, lì proprio difronte a me.

Dio! Quello sguardo mi ha riportata alla vita, ha sfiorato le mie barriere, costruite con sudore ad ogni fallimento e le ha buttate giù come fili d’erba spinti dal vento. Uno sguardo dolce e deciso, amorevole e buono, lo sguardo di colui che ha sofferto e che sa guarire le incertezze e i dubbi che gli altri hanno abbandonato senza badare a ciò che si lasciavano indietro. In un attimo l’inverno è finito, spazzando via le giornate uggiose, facendo spazio ai colori tenui della primavera, ai mandorli in fiore, alle risate dei bambini nei parchi, ai cinguettii degli uccelli, ai lunghi tramonti, alle mani strette per non perdersi.

Il ricordo dentro me resterà, come tra i più dolci e preziosi, conservato in un cassetto, buttato lì per caso, pronto a ricordarmi il calore di un abbraccio. Un ricordo che comunque vada sarà mio e di nessun altro, conferirà lustro ai miei racconti e un giorno con le mani rugose e il viso raggrinzito si scorgerà sempre un timido sorriso, come quello di chi sa di che parla e mai vorrebbe sentire un po’ meno di ciò che è stato. La mia è una promessa.

Autore: Emanuela Re

Dipinto: Ilenia Madaro acquerello su carta cm 70×50