Una storia da raccontare

C’è una leggenda che narra di un uccello mitologico dalle piume di fuoco: elemento che tutto crea e tutto distrugge. La fenice è in grado di rinascere dalle sue ceneri, un po’ come l’umanità che cade e si rialza come se niente possa tangerla. È però dalle ceneri che rinasce la speranza e questa lezione l’ho imparata sulla mia pelle. Ed è dalle “ceneri” che voglio partire per raccontare questa storia.

Mi chiamo Giordana e a 12 anni la mia vita è cambiata radicalmente.

Essendo, a quei tempi, troppo giovane affinché potessi avere esperienza tale da definirmi pienamente consapevole di ciò che mi girasse intorno, avevo solo contezza di essere inesperta sul come si affrontasse la vita e avevo paura di un mondo che reputavo troppo grande per me. Ma, nel pieno di questi dodici anni passati a farmi domande, in una qualunque, improvvisa e calda serata estiva trovai le risposte a tutti i dubbi stravolgendo la mia debole e paurosa idea del mondo. Ero seduta a tavola e, mentre cenavo, mio padre informò mia madre che quella sera avrebbe guardato un film su un pilota di formula uno. Poiché in classe le voci giravano velocemente, essendo inoltre quello il film del momento, io sapevo già orientativamente di cosa trattasse. Così chiesi il permesso di poterne prendere visione. Ma mia madre non era d’accordo spiegandomi che il film era troppo “crudo” e sosteneva che fossi troppo piccola per coglierne il senso. Ricordo ancora oggi la riluttanza nel suo sguardo che mi convinse a disobbedirle e ad oggi non me ne sono mai pentita.

Mi ritrovai, dunque, dietro la spalliera del divano, furtiva come un ladro, a guardare il film sperando che i miei non si accorgessero di me.

E fu lì che incontrai per la prima volta l’uomo che mi cambiò la vita per il resto dei miei giorni. Ricordo benissimo le emozioni che ho provato come se fosse successo solo qualche giorno fa: ricordo il brivido di passione che pervase la mia schiena, ricordo quel moto di determinazione che si dilaniò nell’animo e quel fuoco che scoppiò sfociando in un incendio di adrenalina. Quell’uomo accese in me qualcosa che ancora oggi stenta a spegnersi. Ammiravo con devozione quella persona che mi stravolse i piani senza conoscermi. Avevo trovato il mio idolo. Di lui in particolare mi colpirono i suoi occhi azzurri, che vidi nelle fotografie mostrate nei titoli di coda. Occhi che non avevano mai smesso di brillare, come se le fiamme del rogo non si fossero mai spente.

Nei giorni successivi mi documentai sul suo conto leggendo e guardando video. Lo vidi spingersi così tanto al limite per la sua passione, al punto da immergersi nell’inferno da cui molti colleghi non sono più tornati. Ma Niki, in un modo quasi dantesco, è rinato proprio come una fenice. Da quella sera sono passati otto anni, in cui ho mantenuto la promessa fatta a Niki di non arrendermi mai. Oggi Niki Lauda non c’è più, ma è vivo il suo spirito più di quanto possiamo immaginare.

Io sono Giordana e questa è la storia di come la mia vita è cambiata.

Autore: Giordana Fortuna

Dipinto: Denise Giacchi