Il sorriso

Non ti ho vista nascere, non so quasi nulla di te da bambina. I tuoi splendidi sorrisi di ragazza posso vederli solo attraverso foto ingiallite dal tempo.
Non conosco nulla della tua vita scolastica, interrotta dalle bombe di una guerra interminabile.
Ti vedo incedere bella e sicura nella piazza della città dove sei nata e cresciuta, nel cuore di Sicilia, arsa dal sole e gialla di zolfo, ma sono i miei occhi che ti ritrovano nel cuore che immagina.
Sono nata che eri già una donna matura, per quei tempi. Avevi quasi quarant’anni e di certo sono stata una sorpresa per te, forse neanche gradita, con due figli già grandi e il peso degli anni dedicati alla famiglia.
Ricordo la tua inquietudine stanca negli occhi scuri e vispi.
Eri bella.
Sono nata e diventata la tua Simonettù, come mi chiamavi, due generazioni lontane e due vite vicine, sempre. Non hai compreso nè condiviso molte delle mie scelte, ma sei rimasta sempre, critica e amorevole, preoccupata e avvolgente, arrabbiata e orgogliosa, come solo una madre sa essere.
Eri forte e fragile insieme, una generalessa bambina, come ti chiamavo io, che con gli anni che avanzavano richiedevi sempre più attenzioni.
Ti piaceva viaggiare e di certo, se ne avessi avuto la possibilità, lo avresti fatto molto di più. La bellezza ti emozionava sempre, gli occhi umidi davanti ad un tramonto, il viso arrossato dalla luce della nostra isola, il piacere negli occhi mentre mangiavi il tuo dolce preferito, la voglia perenne di essere giovane e godere di tutto, mai davvero in pace, mentre estasiata davanti al mare, che pure temevi, dicevi: ‘Ma chi ha inventato tutto questo, tutta questa bellezza?”, con il sorriso stupito e lo sguardo estasiato di un fanciullino mai sazio di vita. Amavi la vita e temevi la morte, che ti ha presa tra mille sofferenze. Amavi la compagnia e sei morta da sola, nel limbo tragico delle nostre vite chiamato covid, senza la mia mano nella tua, che sempre stringevi mentre camminavamo per strada o quando stavi per addormentarti, dopo che papà ci ha lasciate. Ed è solo allora che non ho ritrovato il tuo sorriso nelle pieghe sofferenti del tuo viso e tutta la tua inquietudine vitale e la bellezza mai sopita, si è trasformata in una smorfia di dolore.
Un saluto pieno di amore, mà, spero tu abbia trovato la pace.
Tua figlia

Autore: Arnone Elisabetta

Dipinto: Milena Nicosia